La salute di mia madre non è più come prima. Ha avuto alcune operazioni importanti nella sua vita, ha subito anche un ictus. Ha quasi 79 anni.
Un giorno ricevetti una telefonata da mia sorella con l’informazione che nostra madre era stata portata all’ospedale con urgenza.
Febbre alta, vomito, diarrea. Le fu diagnosticata una Sepsi con previsioni assolutamente non ottimistiche. Organizzai tutto nel miglior modo possibile, però il primo volo per la Polonia era solo due giorni più tardi. Durante quei due giorni pregai gli Spiriti affinché me la facessero incontrare ancora nel suo corpo fisico. Quando finalmente arrivai all’ospedale, mia Mamma stava dormendo già da due giorni, senza svegliarsi, era così stanca e il suo corpo era esausto. Eravamo in tre: io, mia sorella e mia nipote. In quel preciso momento compresi di avere due scelte: potevo mettermi seduta e disperarmi insieme a loro, oppure potevo tentare di fare qualcosa. Non è facile per nessuno evitare di soffrire quando si tratta dei propri famigliari più vicini e cari. Ho detto loro di tenere gli eventuali visitatori fuori dalla stanza. Non c’era tempo né per domande, né per risposte: avremmo parlato più tardi.
Era Gennaio, pieno inverno. Mi misi in piedi vicino al suo letto e guardai fuori dalla finestra. Il paesaggio era tutto bianco, pieno di neve e la mia vista si soffermò su un albero spoglio. Un albero solitario. Mi misi in connessione con lui e mi rivolsi a lui con tutto il mio cuore: “Noto la tua bellezza, so che stai riposando ora, fiorirai di nuovo a primavera. Sei così possente e duraturo, nonostante ora sembri nudo. Mi dispiace disturbare il tuo sonno e il tuo riposo, mi aiuti ad aiutare mia madre, per favore?”. E chiusi gli occhi. Sentii la connessione con l’albero, con le sue radici, percepii l’energia fluire nel suo tronco dalla Terra verso l’Universo, sentii la sua forza vitale. Diventai un albero anche io… Percepii le radici di mia madre raggiungere le mie, sentii la sua forza pulsare ancora in lei. Diventammo entrambe un fascio di luce. Di luce e di amore. Non c’era più mia madre, non c’ero più io. Non c’era l’albero né noi: eravamo tutti un’unica forza, un’unica vita… Stavamo pulsando insieme seguendo un unico ritmo del cuore di nostra Madre Terra…
Mia sorella mi disse poi che ero rimasta così per circa mezz’ora e mia nipote vide un alone di luce attorno a me. Chissà….. L’unica cosa che so è che, circa un’ora più tardi nostra madre aprì gli occhi, riconoscendomi e chiedendo cosa stessi facendo là. Abbiamo riso e pianto contemporaneamente.
Una settimana dopo la sua convalescenza era terminata e tornammo a casa.
Per ringraziare l’albero del suo aiuto, portai alcune uova sode e le lasciai tra le radici dell’albero.
E, sinceramente, questo è stato il compito più arduo di tutti, visto che l’ospedale è sotto videosorveglianza!