L’articolo a cura di Kathleen Prasad
“Non giudicare niente e sarai felice. Perdona tutto e sarai ancora più felice. Ama tutto e tutti e sarai la persona più felice al mondo.” – Sri Chinmoy.
Con il mio lavoro fornisco la guida agli amanti degli animali in tutto il mondo per ritrovare la pace ed il benessere. Grazie alle tecniche meditative dell’Animal Reiki i miei studenti imparano come connettersi con i loro animali con modi molto profondi. Ogni tanto, però, il fatto che siamo umani può creare qualche ostacolo. Permettetemi di spiegare questo concetto.
Quando offriamo il Reiki ai nostri animali riusciamo a percepire certe sensazioni nelle nostre mani, oppure avvertiamo sensazioni emotive/ informazioni intuitive. Tuttavia, il miglior modo per aiutare i nostri animali consiste nel lasciar andare queste impressioni e nell’aprire le nostre menti alle possibilità di guarigione.
Il mio insegnante, Frans Stiene dell’International House of Reiki, insegna che nella lingua Giapponese queste impressioni vengono chiamate “Hibiki”- che significa eco. Perciò, quando percepiamo qualcosa dal nostro animale, questa non è un’esperienza reale. Questa è una situazione naturale quando condividiamo Reiki, perché Reiki coltiva la connessione dal cuore- al cuore. Dentro questo spazio condiviso spesso sentiamo tante cose, dobbiamo però ricordare che le nostre impressioni sono sempre filtrate dalle nostre percezioni.
Quando sentiamo queste impressioni mentre offriamo il Reiki, abbiamo due scelte:
- Possiamo focalizzarci su queste impressioni ed interpretarle. Oppure:
- Possiamo ringraziare l’animale per averle condivise con noi (dunque, ci focalizziamo sulla gratitudine) e, successivamente, lasciamo queste impressioni volar via.
La prima scelta ci coinvolgerà nel focalizzarci sulle cose tipo “questo o quello va male”, oppure “questo o quello deve essere riparato” e “questo o quello deve essere curato”.
Inavvertitamente finiamo col focalizzarci sugli aspetti negativi della situazione. Facendo così, lo stato della nostra mente diventa molto stretto e piccolo. Gli animali lo sentono. Ogni tanto definisco questo stato come “appuntito” perché involontariamente inculchiamo negli animali i nostri pensieri negativi. Possiamo notare ciò osservando il disaggio che mostrano gli animali stando con noi. Loro possono addirittura rifiutare la connessione con noi.
Focalizzarsi su che cosa non va può creare anche un sentimento di pietà. Essa può introdursi nella nostra mente quando lavoriamo, per esempio, con gli animali nei rifugi che provengono da brutte situazioni. Gli animali percepiscono la nostra pietà e questo può causare il loro rifiuto nel connettersi con noi.
La seconda scelta, invece, crea uno spazio ampio di gratitudine. Possiamo riconoscer le sensazioni dell’animale e ringraziarlo per averle condivise con noi per poi lasciare queste impressioni volare via come le nuvole nel cielo. Noi vogliamo che gli animali sentano la nostra positività, la nostra apertura, la nostra luce ed il nostro modo gentile di vivere. Scegliendo questo stato della mente aperto ed ampio riusciamo ad attirare gli animali (piuttosto che respingerli).
Tralasciare i nostri giudizi costituisce anche un modo per vedere il tuo animale come un essere perfetto ed autonomo quale è, anche in situazioni difficili. Pensa solo ai momenti difficili nella tua vita e ricorda come ti sentivi splendidamente mentre qualcuno sosteneva la positività per te!
Mentre offriamo Reiki agli animali è molto importante rimanere nello spazio di apertura e di amore nel tuo cuore e nella tua mente. Ricorda che tutto è possibile. La seguente citazione è un grandissimo promemoria quando ci sentiamo scoraggiati:
“Dovrai affrontare la più grande resistenza quando sarai il più vicino possibile al tuo miracolo più grande.” – Shannon L. Alder
L’articolo originale Qui